Descrizione
LA RECENSIONE DELLA LIBRERIA LEGGERMENTE
Bastiano è insicuro, deriso dai compagni di scuola, non è bello, non eccelle in niente. Tranne inventare storie. Passa il suo tempo a immaginare avventure fantastiche e mondi lontani, senza smettere mai. In un giorno di pioggia battente, inseguito dai compagni, si rifugia in una libreria. Sul bancone del negozio tra pile e pile di libri ne campeggia uno bellissimo, d’aspetto prezioso: ”La storia infinita”. E cosa c’è di meglio per lui se non una storia che non ha fine? Comincia in questo modo la doppia avventura di Bastiano e di Atreiu, giovane cacciatore di Fantàsia di cui si narra tra quelle pagine, partito alla Grande Ricerca per salvare l’Infanta Imperatrice dal male oscuro affligge lei e l’intero regno, consumandolo e inghiottendolo. Pagina dopo pagina Bastiano si immerge (e noi con lui) tra i moltissimi personaggi, vivendone le paure, le gioie, le vittorie e le sconfitte. Eppure c’è qualcosa di misterioso in quel libro che talvolta sembra parlare proprio di lui, e un sospetto si insinua: e se i suoi protagonisti fossero in grado di udirlo al di là delle pagine? La sua mente così florida (e derisa) sarà il biglietto d’ingresso per una straordinaria avventura, nonché unica moneta di scambio in un mondo in declino.
Nel romanzo tutto è doppio a partire dalla trama: una doppia avventura, una storia dentro la storia. Quel che Hermann Hesse fa dire al suo Siddharta, e cioè ”di ogni verità anche il contrario è vero”, nel Paese di Fantàsia assume un aspetto più che concreto: e così d’ogni bruttura c’è il riscatto, d’ogni vecchio v’è una controparte giovane, per coloro a cui manca il coraggio esiste chi ce l’ha. E di conseguenza due sono i personaggi che girovagano per il Paese alla Grande Ricerca (lo stesso Atreiu e il fido Fùcur, il Drago delle Fortuna); due sono i grandi protagonisti quasi speculari tra loro: Bastiano e Atreiu; due sono persino le Storie Infinite: quella tra le mani di Bastiano e quella che noi lettori stiamo sfogliando. Tutto è in equilibrio e ogni cosa è necessaria per rendere reale il suo opposto.
Quello di Ende è un libro che parla di libri, difficile da classificare trovandosi a metà strada tra il romanzo di formazione e le storie delle Mille e una notte, storie narrate per fuggire, per guadagnare tempo e, alla fine di tutto, per il solo desiderio di raccontare. Tutto è pervaso da quello stupore che si prova durante l’infanzia nel magico momento in cui percepiamo di possedere il più grande strumento di tutti: la nostra fantasia. E ogni bambino che ad un certo punto della vita varca il confine per entrare nel regno degli adulti deve pagare un prezzo: quale vivida illusione abbiamo dimenticato noi?
Un romanzo filosofico, metaforico, unico. Indimenticabile.
Consigliato? Assolutamente sì.
Recensione di Alessandra