Descrizione
RECENSIONE DELLA LIBRERIA LEGGERMENTE
Pietro, preadolescente impacciato e timido, una famiglia disastrata alle spalle, tartassato a scuola da un gruppo di bulli, e Gloria, bella e sfrontata, figlia di un banchiere, non sanno dare un vero nome al sentimento che li accomuna, qualcosa di così tenero da essere più di una semplice amicizia. Ma forse, in fondo, non è così importante etichettare un’emozione. E’ importante, questo sì, viverla.
Graziano, playboy fallito destinato a perdere anche la sua ultima possibilità di redenzione, e Flora, maestrina che ha rinunciato a se stessa per assistere la madre inferma, invece, si riconoscono subito, e vivono la loro storia. O, almeno, ci provano. Perché ci sono barriere da abbattere, distanze da colmare, cose da dirsi.
Storie di periferia, d’amore e di odio, storie che si incontrano, si mescolano, si sciolgono e si riuniscono ancora, storie di destini randagi e di fiori che nascono sull’asfalto.
Una narrazione asciutta, a tratti crudele, affilata come un coltello, senza giudizi, talvolta grezza e sgarbata, un viaggio con un biglietto di sola andata, senza fronzoli, in quell’età pirotecnica e maledetta che è l’adolescenza.
Ammaniti è un burattinaio sadico, senza decenza: gli amori nascono e collassano, le speranze sbocciano e appassiscono, le prospettive cambiano orizzonte, senza sosta, continuamente.
Ti prendo e ti porto via è un susseguirsi di bastonate, di pugni nello stomaco. Un crescendo di ansia e amarezza, ma anche, a modo suo, di poesia.
Un finale inaspettato e meraviglioso.
Consigliato? Assolutamente sì.
Recensione di David