Descrizione
LA NOSTRA RECENSIONE
Per gli arroganti suoceri italo americani, Bruna non potrebbe essere più fortunata: è sposata con il loro perfetto figlio americano, lavora all’università, ha due splendidi bambini e, soprattutto, è bianca e ricca. Non certo come la figlia Laura, debole e bisognosa di attenzioni come una bambina, incapace di qualunque autonomia. Il marito di Bruna, Tom, è certamente d’accordo: disprezza la sorella, come disprezza se stesso, ma del resto è con i suoi sacrifici di medico in ospedale che lui e tutta la sua famiglia godono del rispetto e del benestare dei ricchi vicini e della società tutta. Quel che accade all’interno della famiglia, d’altronde, deve rimanere affare loro. Che fare quando questo precario universo esclusivo, che vive di apparenze e oppressive luci riflesse, viene squarciato da Yunus, serio e ponderoso studente che colpisce Bruna più a fondo di quanto sarebbe disposta ad ammettere? Non c’è solo il problema della loro relazione illecita, del conflitto d’interessi dell’essere l’una l’insegnante dell’altro, della differenza d’età: c’è che Yunus è afroamericano, e musulmano. È una bomba per Bruna, che dovrà porsi faccia a faccia con se stessa, con quella parte di sé sepolta, accantonata, che adesso reclama di essere ascoltata. Chi è Bruna? Chi è Yunus, chi è Tom? È vero che per definire noi stessi è necessario innanzitutto definire chi sono gli altri? Mai niente è stato più difficile, ma forse questa è l’ultima occasione per Bruna di essere felice’…
La prima opera della politologa Arianna Farinelli è molto più della storia di una donna e del cedimento del suo mondo: è un romanzo a più strati, in cui c’è l’America di Trump, l’immortale perbenismo e classismo tutto americano, e il razzismo sistemico mai così vivo in quella nazione che fa della ricerca della felicità un pilastro basilare della propria Costituzione.
Consigliato? Sì
Recensione di Alessandra